TARCENTO JAZZ

Tarcento Jazz 2018 – video playlist

TARCENTO JAZZ 2018. VII EDIZIONE
Ex Cinema Margherita, Tarcento (Ud)

L’edizione 2018 di Tarcento Jazz si svolgerà il 4, 5 e 6 maggio. La settima edizione di questo festival continuerà il viaggio attraverso le innumerevoli sfumature del jazz moderno e, come nelle edizioni precedenti, si occuperà dei talenti emergenti e delle nuove direzioni dell’improvvisazione nazionale e internazionale, puntando la sua lente sulle realtà diverse, inquiete, ricche di talenti, utopie e idee. La rassegna si svolgerà nella sala dell’ex Cinema Margherita, ed è rivolta a un pubblico curioso e aperto alle contaminazioni per un tipo di musica dal forte impatto innovativo, come storicamente viene considerato il jazz.

Venerdì 4 Maggio ore 21
GIANCARLO SCHIAFFINI & GIORGIO PACORIG (Italia)
NADAH EL SHAZLY (Egitto)
À L’INTENTION DE MADEMOISELLE ISSOUFOU À BILMA, un film di Caroline de Bendern, colonna sonora di Barney Wilen

Sabato 5 Maggio ore 21
TURNING JEWELS INTO WATER (Haiti / Stati Uniti)
FAWDA TRIO (Italia / Marocco)
THE OLD NEW THING Hybrida sound & light

Domenica 6 Maggio ore 21
AVEC LE SOLEIL SORTANT DE SA BOUCHE (Canada)
AKIRA SAKATA & GIOVANNI DI DOMENICO (Giappone / Italia)

INFO BIGLIETTI
intero €10
*ridotto €8
abbonamento 3 serate:
intero €25
*ridotto €20

*ridotto: under 25, soci Arci

Potrai ritirare i biglietti/abbonamenti presso l’ex Cinema Margherita dalle 18:30 nelle giornate del festival

info: hyridaspace@gmail.com
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VENERDI’ 4 MAGGIO


GIANCARLO SCHIAFFINI & GIORGIO PACORIG
Presentano Dolenti Delitti Dolosi Dalle Dilette Doline (Setola Di Maiale, 2018), lavoro dedicato allo scazzone del Timavo (Cottus scaturigo) una specie ittica endemica della sorgente di questo fiume, in pericolo d’estinzione. Il duo Pacorig-Schiaffini è nato proprio in quella zona, ricca di doline, dove il Timavo entra e scaturisce carsicamente dal suolo; in qualche modo “improvvisa” il suo percorso ed è popolato da creature improbabili come lo scazzone, sorprendente e imprevedibile.


Giorgio Pacorig
Nato il 25 marzo del 1970; pianista, compositore e improvvisatore, Giorgio Pacorig è diplomato al conservatorio “G. Tartini” di Trieste.
Dal 1989 svolge un’intensa attività sia come pianista-tastierista sia come compositore, dando vita a numerose formazioni musicali che spaziano dal jazz alla musica elettronica, dalla musica per film alla musica improvvisata, e avendo modo di collaborare con numerosi musicisti di varia estrazione e provenienza, tra gli altri Joe Bowie, Don Moye, Mark Ribot, Kawabata Makoto, Giovanni Maier, Tobias Delius, Daniele D’Agaro, Axel Dörner, Massimo De Mattia e Jessica Lurie.
Tutte queste esperienze lo portano a suonare negli spazi musicali più vari, dai jazz club ai centri sociali, dalle rassegne di teatro ai festival jazz sia in Italia che all’estero.
Ha al suo attivo una cinquantina di incisioni discografiche come leader e come session man.


Giancarlo Schiaffini
Romano, classe 1942, Giancarlo Schiaffini si è laureato in fisica e si è poi imposto all’attenzione di critica e pubblico come un illuminato compositore, trombonista e tubista autodidatta. Ha partecipato alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni Sessanta e, proprio in quel periodo, ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore nell’ambito della cosiddetta musica contemporanea. Nel 1970 ha frequentato i corsi di Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar, e ha fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore. Nel 1972 si è perfezionato in musica elettronica con Franco Evangelisti, e ha poi lavorato con il Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza fino al 1983. La lista dei sodalizi artistici che hanno segnato la sua parabola creativa è molto lunga e variegata, basti citare John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. È un elemento fondamentale di una delle più importanti big band europee, la Instabile Orchestra, e ha pubblicato per Ricordi un suo trattato sulle tecniche del trombone nella musica contemporanea.
Info e ascolti: http://bit.ly/2owgKSI


NADAH EL SHAZLY
Nonostante la sua giovane età (è nata nel 1989), Nadah El Shazly è un nome di spicco della scena musicale underground egiziana, e ha alle spalle persino un passato in una cover-band dei Misfits. Negli ultimi anni la cantante si è poi indirizzata verso l’avanguardia, in particolar modo l’elettronica, sperimentando dapprima in solitudine e poi chiamando a sé quel foltissimo ensemble di musicisti che vediamo oggi comparire nei lunghi credits di Ahwar, debutto dello scorso anno.
Ahwar (“paludi” in arabo) è un disco capace di immergerci nei territori dell’ignoto, con una serie di composizioni sperimentali completamente indipendenti l’una dall’altra, in cui la sua voce è sempre l’indiscussa protagonista; una voce che, parafrasando ciò che canta lei stessa, “viene da un tempo lontano e scappa da sola nel deserto”.
Un album di grande interesse, un esperimento riuscito pienamente, un pugno di composizioni ispirate e coinvolgenti sulle quali convergono splendidamente la tradizione e la sperimentazione, dal canto melodico arabo all’avant jazz, dal folk all’elettronica, all’improvvisazione, per un’esperienza musicale di grande spessore e piacere, ricca di spunti e soluzioni originali.
Info e ascolti: http://bit.ly/2GR9qIb


À L’INTENTION DE MADEMOISELLE ISSOUFOU À BILMA, un film di Caroline de Bendern, colonna sonora di Barney Wilen
Il francese Barney Wilen tra gli anni Cinquanta e Sessanta lavora con Miles Davis, Kenny Clarke, Art Blakey e Thelonious Monk. Ma sente che deve spingersi oltre e cerca una fusione tra rock, jazz e psichedelia. All’inizio del 1970 riunisce una squadra di registi, tecnici e musicisti e parte per l’Africa a documentare i suoni del continente. Tutto finisce a scatafascio come in un fim di Herzog, la truppa si perde per strada e dopo due anni Wilen torna a casa con una serie di registrazioni che pubblicherà in un doppio LP, Moshi, nel 1972. Moshi è, come dice Wilen, “Una zuppa dell’umanità. Una trapunta di patchwork dove il filo è l’Africa, ma il materiale è tessuto da fonti e idee infinitamente diverse.” Un incrocio tra jazz africano, escursioni funky, Miles Davis, Herbie Hancock, Soft Machine, i meccanismi psichedelici dei Grateful Dead, in cui non si capisce dove finisce l’Africa e inizia Barney Wilen.

SABATO 5 MAGGIO


TURNING JEWELS INTO WATER
Il progetto nasce dall’incontro tra la compositrice, percussionista e turntablist haitiana Val Jeanty e il compositore e percussionista statunitense Ravish Momin durante una residenza artistica a New York nel settembre del 2017. La loro collaborazione, radicata nell’improvvisazione e strutturata come un rituale, evoca i regni esoterici del subconscio creativo: ispirandosi alla religione voodoo, Val ricrea l’antico ritmo e la vibrazione di Haiti attraverso l’elettronica, mentre Momin, con un background di tradizione indiana, nordafricana e mediorientale, ha sviluppato un originale mix di ritmi elettro-acustici, che fonde l’improvvisazione del jazz a quella della musica indiana.
Insieme esplorano le potenzialità delle nuove tecnologie per creare un flusso ininterrotto tra sonorità acustiche e elettroniche.
Info e ascolti: http://bit.ly/2HTZoao


FAWDA TRIO
Il Fawda Trio nasce a Bologna nel 2011 dall’incontro dei musicisti Fabrizio Puglisi, Danilo Mineo e Reda Zine originario di Casablanca. La musica dei Fawda naviga tra repertorio sacro e profano, testimoniando un patrimonio musicale aperto alle influenze di altri linguaggi. L’impronta dei Fawda proviene dalla musica Gnawa marocchina e dal suono basso e caldo del Guembrì, strumento tradizionale a tre corde, testimone di una cultura musicale legata alla trance, alla guarigione, al sufismo e ad antichi culti di possessione. Un incontro inedito tra tradizione e innovazione che attinge dalle sonorità Gnawa, dall’elettronica e dal jazz contemporaneo, da Sun Ra a Coltrane.
L’LP Road to Essaouira, prodotto dall’etichetta Original Cultures (UK/IT), e’ stato inciso in Marocco nel 2016, in collaborazione con i Dj/producers londinesi Swami Million, con il Maallem Najib Soudani e i musicisti della confraternita Gnawa di Essaouira.

One of the most underrated releases of the year, a hypnotic ensemble of deep, obscure and native jazz GILLES PETERSON

Info e ascolti: http://bit.ly/2FDfOmM

Reda Zine guimbrì, voce
Classe ’77, autore, compositore poliglotta, musicista e documentarista attivo dal 1996 a Casablanca con i Carpe Diem e dal 1999 a Parigi con i Café Mira (EMI). E’ in Italia a partire dal 2008 dove ha fondato gli Hardonik e suonato e registrato con i Voodoo Sound Club. D.A. di Creative Commons MENA dal 2011 al 2015 e vincitore del CC Korea2012, ha diretto vari progetti musicali e visual P2P nel mondo arabo e non solo. Ha inoltre collaborato con Chuck D dei Public Enemy per il suo ultimo documentario, “Long Road to the Hall of Fame”, e per la sua colonna sonora originale (Slamjamz Records). Con i Fawda riesce ad integrare le sue varie influenze musicali, con ispirazioni afrofuturistiche.

Fabrizio Puglisi piano, ARP Odyssey synth, percussioni, voce
Apprezzatissimo e conosciuto solista nell’ambito del jazz e delle musiche improvvisate, ha collaborato tra gli altri con David Murray, Don Byron, John Zorn, Steve Lacy, Tristan Honsinger, Han Bennink, Hamid Drake, William Parker, Louis Sclavis, Lester Bowie, Rob Mazurek, Don Moye, Butch Morris, Kenny Wheeler, Enrico Rava, Flavio Boltro, George Russell, Dave Liebman, Michel Godard, Deus Ex Machina, Mark Dresser, Cristina Zavalloni, Gianluca Petrella, Italian Instabile Orchestra, Keith Tippett, Gunter Baby Somme Orchestra, Keith Tippett, Gunter Baby Sommer, Alfio Antico. Insegna Pianoforte Jazz al Conservatorio “Dall’Abaco” di Verona a alla Siena Jazz University.

Danilo Mineo percussioni, voce
Considerato percussionista poliedrico attivo in vari gruppi musicali e produzioni discogra?che: Voodoo Sound Club, Mop Mop, Guantanamo, The Mixtapers, Kalifa Kone Ensemble con cui si è esibito in vari festival internazionali di musica, Europa e Africa. Ha collaborato tra gli altri con Giancarlo Schiaffini, Roberto Freak Antoni, Roy Paci, Gianluca Petrella, Famoudou Konatè e tanti altri. In ambito didattico, nel 2102 la casa editrice Carisch pubblica il suo “Autodidatta” metodo completo per percussioni. Nel 2017 in collaborazione con il vibrafonista Pasquale Mirra realizza la produzione di un manuale di educazione musicale rivolto ai bambini “Musica e Gioco”.

Brothermartino mpc, synths
E’ un musicista/produttore/Dj attivo in molti progetti diversi. In qualità di sassofonista e flautista e di producer/beatmaker ha inciso su etichette come Jazzman Records (UK), Sonar Kollektiv (D), Irma Records (IT), Fuzzoscope (USA), Record Kicks (IT), Dub Dojo (USA), Bassplate, ecc. ed il suo ultimo vinile per la berlinese Money $ex Records di Max Graef e Glenn Astro, sta ottenendo importanti consensi da influenti Dj della scena internazionale. E’ co-fondatore dei The Mixtapers, ed ha inciso con Georgia Anne Muldrow, Dudley Perkins, Mark Wonder, Buscrates 16bit Ensemble, Mecca:83, Dj Lugi, The Ivory Boy, e molti altri.

THE OLD NEW THING Hybrida sound & light
Set musicale incentrato sulla black music degli anni Sessanta e Settanta, mentre la parte visuale si svilupperà attraverso foto dei musicisti dell’epoca, degli attivisti politici, delle copertine dei dischi e di filmati e spezzoni di film del periodo.

DOMENICA 6 MAGGIO


AVEC LE SOLEIL SORTANT DE SA BOUCHE
Il quartetto Avec Le Soleil Sortant De Sa Bouche è una sorta di super-gruppo del giro della label canadese Constellation che vede al basso Jean-Sébastien Truchy dei Fly Pan Am, alle chitarre Eric Gingra e Sébastien Fournier e alla batteria Samuel Bobony che hanno bazzicato in mille formazioni legate all’etichetta.
La band si allontana però dalle coordinate sonore post rock apocalittiche della Constellation per dare sfogo a un suono vorticoso, perso tra aperture cosmiche e ritmiche afro funk, anfratti dub, rumorismi e suoni ambientali, bordate di synth e slanci melodici. Come una jam session tra Tortoise e Talking Heads.
Info e ascolti: http://bit.ly/2FEVTDQ


AKIRA SAKATA & GIOVANNI DI DOMENICO
La differenza generazionale rappresenta il fattore di riuscita di questo duo: entrambi i musicisti proiettano i loro mondi artistici mettendoli l’uno accanto all’altro, ma senza prevaricazioni, con rispetto; e dall’integrazione non sintetica delle due prospettive se ne ricava una terza, somma amplificata delle precedenti. Sakata porta con sé la sua pragmatica e unica visione orientale che si nutre anche dell’improvvisazione libera, rivisitata come in una sorta di filtro universale, privata delle sue originali connotazioni occidentali. Akira volteggia tra escursioni melodiche, brevi e ipnotiche elucubrazioni vocali che sanno di tradizione teatrale, campanelli che funzionano come break di scena e improvvise sferzate nello spettro dell’improvvisazione più rude e caotica.
Di Domenico invece è un frutto della modernità: pensoso, sistematico, con approcci differenziati alla tastiera che non disdegna un respiro melodico. Ma la vera qualità artistica del pianista è il saper mettere le note giuste al posto giusto nel mosaico che si compone gradualmente nello sviluppo musicale. Una capacità evocativa sempre presente, che utilizza patterns musicali differenti, ma che avvinghia e non delude mai.


Akira Sakata
Akira Sakata è tra i maggiori protagonisti del free jazz giapponese fin dai primi anni Settanta, quando entra a far parte del trio del pianista Yosuke Yamashita, contribuendo a definirne il suono e facendosi notare da subito tanto per la tecnica strumentale estremamente avanzata, quanto per la forza iconoclasta nel modo di suonare, capace di costruire un muro di suono invalicabile eppure sempre preciso e tagliente. In seguito ha sviluppato diversi progetti personali e importanti collaborazioni con, fra gli altri, Bill Laswell, Pete Cosey, Ronald Shannon Jackson; e in anni recenti con talenti emergenti quali Darin Gray e Chris Corsano (nel trio Chikamorachi), ma anche con nomi storici del noise nipponico come Merzbow e Hijokaidan.


Giovanni Di Domenico
Italiano di nascita ma residente in Belgio, Giovanni Di Domenico è un pianista e sperimentatore elettronico che si è fatto notare per le collaborazioni importanti (tra gli altri: Jim O’Rourke, Akira Sakata, Tony Allen) e per la curiosità onnivora con cui affronta i molti progetti originali che lo vedono protagonista. Influenzato in egual misura dalla tradizione più avventurosa del piano jazz e dalle molteplici suggestioni di un’infanzia passata tra Libia, Camerun e Algeria, nella sua musica si sentono gli echi di Paul Bley e Cecil Taylor, ma anche il canto del muezzin e le strutture ipnotiche della musica rituale africana, il rock e l’improvvisazione libera più radicale.
Info e ascolti: http://bit.ly/2t4h1Rh

Testi per Akira Sakata & Giovanni Di Domenico a cura del Centro d’Arte Padova.

SABATO 5 MAGGIO


Jazz&Sketches – Workshop
Il disegno dal vero istantaneo
in concerto… che segno suona?
con Giulio Calderini urban sketcher
+ i musicisti del festival

Programma
ORE 16 Accredito base (euro 10) – Accredito + concerti serata (euro 15)
ORE 16.15-17 Approccio concettuale / Dimostrazioni, tecniche di base e consigli / Esercizi assistiti e ricerca sul “segno bianco&nero Jazz” / …rompere gli indugi!
ORE 17-18.30 Set dal vivo con i musicisti in prova. Si disegna sul palco e in giro. Temi in campo: scelta del soggetto e delle inquadrature, composizione, illuminazione, piani prospettici, espressività della figura in movimento…Sentire, “schizzare” molto, divertirsi.
ORE 18.30-19 Riunione finale per analisi dei lavori eseguiti e approfondimenti sull’esperienza.
DALLE ORE 21 Per chi si è accreditato. Durante i concerti della serata potrà continuare a disegnare sul taccuino tra il pubblico, seguendo musica e musicisti. Il “tutor” sarà vagante ma raggiungibile.

Vuoi partecipare?
Allora devi portare un minimo di materiali. Disegnare dal vero in giro richiede equipaggiamento leggero soprattutto ai concerti: musicisti in continuo movimento, condizioni di luce minime, quasi sempre in piedi. Per cui: taccuino Moleskine o simili (preferibile, nella tradizione del taccuino da viaggio) oppure blocco da disegno (A5) con carta adeguata alle tecniche impiegate, che possono essere: 1) grafiti – matite, carboncini, pastelli = toni di grigio. 2) penne/pennarelli vari spessori = B&N al tratto.
Chi desidera può portare anche dei pennarelli a colori, anche se la scelta di fondo del workshop è lavorare in “bianco&nero jazz”, sostanzialmente con tratteggio o toni di grigio.
Sei un principiante? L’occasione per verificare le tue potenzialità e motivazioni.
Praticante? Regalati un’esperienza unica: disegnare a contatto con musicisti dal vivo e perfezionare la tua tecnica.

Chi è?
Giulio Calderini ha un lungo percorso professionale come illustratore e grafico, su committenza e sul piano della ricerca espressiva personale. Ha sperimentato varie tecniche grafiche in ambiti artistici e nella comunicazione visiva. Da sempre interessato al rapporto immagine e musica (suoni e segni)…
A volte abbandona i mondi immaginifici per uscire e tentare di descrivere, taccuino alla mano, una delle realtà possibili: l’attimo del disegno dal vero. Fondatore del gruppo Urban Sketchers “Matite Volanti”.

TARCENTO JAZZ 2018 VII EDIZIONE
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI TARCENTO
LA COLLABORAZIONE DI DOBIALAB
MEDIA PARTNER RADIO ONDE FURLANE THE NEW NOISE

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Tarcento Jazz 2017 – video playlist

VENERDI’ 8 DICEMBRE
ORE 21:00 INGRESSO 10€
TARCENTO – EX CINEMA MARGHERITA – VIALE MARINELLI 20 (UD)

GREG FOX

Greg Fox è l’irrequieto batterista dei Liturgy, passato attraverso le lande free degli Zs e quelle acide dei Guardian Alien, approdato a collaborazioni di primo livello – il super gruppo Ex Eye con Colin Stetson, Ben Frost, ma anche il Fox Millions Duo con Kid Millions degli Oneida – e che adesso sembra aver messo in atto uno scarto non da poco con “The Gradual Progression”, suo ultimo lavoro che presenterà a Tarcento Jazz 2017, per una performance che si preannuncia immersiva, avvolgente e senza cali di tensione.
Descritto dal musicista come un viaggio dentro se stesso e più ambiziosamente come il frutto della ricerca della sua vera voce come artista, The Gradual Progression unisce poliritmie aliene generate da un drumming post-free, iconoclastia da jazz dei tempi che furono, spiritualità ancestrale ed echi post-(fourth)world.
Il tutto benedetto dall’alto dai padrini Don Cherry e Pharoah Sanders e in terra da quel Milford Graves che aveva supportato Fox nel precedente Mitral Transmissions, in cui l’americano aveva già tentato una via “molto personale” al drumming-solo.

Info e ascolti https://gregfox.space/

OdbO OqpO

Il trio Odbo OqpO nasce nel 2017 dall’idea del duo Pascolo/Novello di ampliare le proprie proprietà espressive dopo anni di collaborazione e attività live con il progetto hBar inserendo nel progetto il percussionista Vid Drašler, figura centrale della nuova musica slovena.
Il fine del trio è di accostare improvvisazioni e composizioni cercando un equilibrio tra strumenti acustici come flauti, sax e percussioni e i sintetizzatori autoassemblati di Alberto Novello. Le sonorità spaziano dal tradizionale free jazz alla sperimentazione elettroacustica a momenti di psichedelia, con passaggi affini alla musica classica contemporanea.

Paolo Pascolo flauto, flauto basso, sax tenore
Alberto Novello synth modulare
Vid Drašler batteria e percussioni

Info e ascolti http://bit.ly/2yDO9Sv

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TJ16f

Tarcento Jazz 2016 – video playlist

VENERDI’ 22 LUGLIO

ORE 18:30 PALAZZO FRANGIPANE

FEDERICO DI GESUALDO – “Which Way? – Part 2”

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L’espressione pittorica di Federico Di Gesualdo si intreccia con il suo background di ricercatore. Nato a Firenze, classe 1984, Di Gesualdo consegue il Dottorato in Oncologia Sperimentale occupandosi di una peculiare classe di RNA che prende il nome di RNA antisenso.
La ricerca svolta in ambito scientifico si riflette nel suo approccio alla pittura, legato all’esplorazione delle possibilità che scaturiscono dall’improvvisazione. Nello spirito dell’aforisma di Thelonious Monk Wrong is right, Di Gesualdo si focalizza sul concetto di “creazione istantanea” come uno stato della mente in cui si combinano elementi razionali ed energie entropiche e in cui il senso prende talvolta forma dall’errore, ovvero ciò che apparentemente è anti-senso.
Federico Di Gesualdo ha espresso questa dicotomia integrata nella mostra Which way?, tenutasi alla Florence University of Arts nel 2015. Quest’anno a Tarcento Jazz 2016 porta nuove prospettive sull’improvvisazione, l’errore e l’anti-senso nella pittura.

Apre la mostra Ritmo, pensiero, azione – Performance per anime inquiete di e con Federico Di Gesualdo e Giulia Tollis.

ORE 21:00

MINORANCE A late reflection on the revolutionary art of Fred Ho

Colonna1
Marco Colonna clarinetto, clarinetto basso, sax baritono
Ettore Fioravanti batteria, percussioni

“A due anni dalla scomparsa del grande sassofonista, compositore, combattente per la libertà Fred Ho ho deciso di riprendere la suite realizzata un anno fa che aveva per titolo The Joyful Breath of the Dragon, facendola esplodere nelle direzioni che la mia musica, e la riflessione sull’arte di Fred Ho continua ad innescare in me.
Stavo cominciando a lavorare con Ettore Fioravanti e si cercavano direzioni da seguire con cui convogliare le energie del nostro duo. Naturale è stato unire le cose, e trasformare la suite in quello che è ora, e questa trasformazione ha trasformato anche il titolo nell’attuale MINORANCE A late reflection on the revolutionary art of Fred Ho.
Ho preferito utilizzare i miei strumenti principali (clarinetto e clarinetto basso) su cui sono impegnato in una vera e propria rivoluzione sonora, per allontanare il lavoro dall’idea di commemorazione didascalica e per introiettare alcune istanze che dall’opera di Fred Ho io cerco di fare mie. Ricerca formale, senso della struttura, impianto tematico diretto e costruito attorno ad un materiale melodico di tipo squisitamente pentatonico sono le caratteristiche compositive della suite.
Dal punto di vista timbrico ho cercato di portare una ricerca sonora dello spazio scevro da ambientazioni esotiche ma intriso di un lavoro sulla spazialità reale, su un suono marmoreo dato anche da una registrazione in cui non si è ricorso assolutamente ad artifici ambientali.
L’idea di suono che avevo per questo lavoro è corrispondente al suono che sento riascoltandola. Naturale nel vero senso del termine.
La fortuna di lavorare con Ettore Fioravanti mi ha dato la possibilità di avere al mio fianco un vero architetto della batteria. In un set prettamente jazzistico riesce a costruire gli spazi in maniera profondamente sintattica, giocando un ruolo paritario nei confronti delle ance anche dal punto di vista melodico. Un grande maestro che ho l’onore di aver coinvolto in questo lavoro.
Al termine del lavoro ho deciso di inserire un brano di Cal Massey , autore caro a Fred Ho , fonte di ispirazione e grande combattente per i diritti del popolo nero. Brano che si trova originariamente sul capolavoro di Archie Shepp Attica Blues.
La figura di Fred Ho è una figura centrale per tutto quello che riguarda l’estetica e l’etica della musica (e dell’arte) che mi interessa. Il perenne interrogativo su forma e sostanza, sulla fruizione, sull’energia e la meditazione, sul conflitto e la perenne trasformazione dialettica del suono.
Non smetterò a breve di interrogarmi sulla sua figura, sul significato di una musica che possa essere veicolo di trasformazione e portatrice di un messaggio di liberazione.
Non smetterò mai di trovare nella minoranza un valore necessario alla critica, alla salvaguardia etica e alla proposta di strategie e valori necessari.” – Marco Colonna

a seguire

TALIBAM!

Talibam!4
Matt Mottel sintetizzatore
Kevin Shea batteria

Dal 2003 i Talibam! pompano coraggiosamente diversità musicale attraverso le casse dei palchi jazzistici più importanti al mondo: Matt Mottel e Kevin Shea di Brooklyn, New York, riescono nell’ impresa di miscelare rap, new wave, post-psichedelia e rumorismo reinterpretando le ideologie musicali più disparate con competenza, originalità e ironia. Nonostante la rudimentalità della loro iniziativa agisca da costante deterrente, il duo rimane devoto alla convinzione che l’applicazione della diversità nel suono sia di massima importanza per l’apprezzamento della diversità tra esseri umani. L’obiettivo ultimo dei Talibam! è e rimarrà quello di creare musica dal rispetto, ed essere rispettosi dei matrimoni tra le ideologie più disparate, legate assieme da competenza e curiosità.
I Talibam! hanno lavorato sodo per unire proseliti al loro processo; solamente negli ultimi anni i Talibam! hanno collaborato col leggendario neo-dadaista Yanasuo Tone al MoMA, portato a termine tre residenze a New York, registrato 3 album, completato 4 tournée in Europa e collaborato con la famosa coreografa Karol Armitage per una compagnia di danza.
Il loro ultimi album sono una disinvolta detonazione pop consacrata alla liberazione del perdigiorno contemporaneo (la cui intuizione si unisce in una danza cosmica rivoluzionaria proprio a causa di tutto ciò che lo circonda ed educa) e provano ulteriormente la produttività imitativa di questo elegante duo.

SABATO 23 LUGLIO

ORE 18:30 PALAZZO FRANGIPANE proiezione

Noi insistiamo! Suite per la libertà subito

Appunti per un film sul jazz

gianniamico
“Produttore, sceneggiatore, organizzatore di eventi e regista, Gianni Amico ha avuto un ruolo di notevole importanza nel panorama culturale italiano tra gli anni Sessanta e Ottanta, pur restandone con discrezione sempre ai margini. Il suo cinema costituisce un esempio unico di sintesi artistica tra forme e linguaggi differenti e distanti in una rielaborazione concettuale di numerose influenze, dal Neorealismo alla Nouvelle Vague, dal Cinéma Vérité al jazz e alla cultura latinoamericana. I due film presentati in rassegna formano un dittico quasi indissolubile, espressione di passioni e competenze che l’autore non solo dimostra di possedere, ma che ha assimilato e combina in una forma “altra” più complessa e profonda. Noi insistiamo! Suite per la libertà subito e Appunti per un film sul jazz sono lavori che sotto l’apparente e generica struttura documentaria, nascondono aspetti decisamente avanzati sia per stile che per tecnica e contenuti. Il primo, costruito sulla nota composizione di Max Roach del 1960 We Insist! Max Roach’s Freedom Now Suite – album essenziale della Storia del Jazz che coniuga la forma artistica afroamericana per eccellenza con l’impegno politico per la causa nera – associa alla musica immagini in bianco e nero del processo di emancipazione nera non solo americana.
Partendo dal discorso specifico di Roach, Amico lancia dunque un messaggio panafricanista, un messaggio collettivo che tenga conto di una realtà che va oltre quella locale per aprirsi a contesti internazionali, mondiali, in linea con il coevo pensiero di Malcolm X di cui il regista condivide apertamente le idee di protesta per una necessaria pacificazione. L’immediatamente successivo Appunti, si presenta invece come un film più personale, ma non meno originale, nel quale l’autore riesce a dare forma a un ideale estetico da lui spesso ribadito, secondo il quale per comprendere il jazz il pubblico deve viverlo da dentro. Utilizzando apparecchiature leggere e maneggevoli, come fosse esso stesso un musicista del gruppo, Amico conduce lo spettatore all’interno di una session bolognese di – tra gli altri – Gato Barbieri, Don Cherry e Jenny Clark in occasione del locale VII Festival Internazionale di Jazz.
Il film è costruito come un vero pezzo jazz, basato com’è su parti comunitarie (le prove e il concerto) e assoli (le interviste ai vari componenti). Testimonianza ed esibizioni si fanno tutt’uno, in un connubio tra arte e vita riflesso diretto della visione del cineasta. Pratica artistica quindi non come dimensione espressiva a se stante, ma legata indissolubilmente alla vita, da cui è condizionata e che a sua volta condiziona, in un imprescindibile rapporto dialettico.” Cinefilia Ritrovata

ORE 21:00

IMPROGRESSIVE

IMPROGRESSIVE byAlessandroCarpentieri
Alberto Popolla clarinetti
Errico De Fabritiis sassofoni

Improgressive, reinterpreta una serie di brani di gruppi della scena di Canterbury e del progressive inglese, integrandoli con brani originali. Sospesi tra libere improvvisazioni e suoni progressivi, tra Macchine Molli e Re Cremisi, le ance di Improgressive si fondono in un vortice di note e solenni spazi creativi.

“Rileggere il prog di Gong, Soft Machine, Caravan, King Crimson e via citando con sassofoni e clarinetti e basta? E’ possibile, se vi chiamate Improgressive. In “PRIMO” (Slam Record) fanno esattamente questo. Coraggio premiato.” G. Festinese – il Manifesto

a seguire

PARCO LAMBRO

parco lambro definitiva
Clarissa Durizzotto sax contralto
Mirko Cisilino tastiere, sintetizzatore Moog, trombone, tromba
Andrea Faidutti chitarra elettrica, basso ellettrico
Giuseppe Calcagno chitarra elettrica, basso ellettrico
Alessandro Mansutti batteria

Parco Lambro è un gruppo formatosi all’inizio del 2014 da musicisti attivi già da anni nella scena jazz/rock nazionale. La band mescola un sound progressive con elementi di improvvisazione libera e con la ricerca di sonorità noise. Parco Lambro, a cominciare dal nome, crea una continuità con la storia dei movimenti underground italiani ed europei, suonando una musica memore del percorso storico e sociale da cui essa stessa scaturisce, che mira però a trasportare l’ascoltatore in un altrove estatico e al tempo stesso attuale sulla base di elementi presenti nel proprio DNA culturale.

DOMENICA 24 LUGLIO

ORE 20:30 PALAZZO FRANGIPANE

BEE BRAIN

beebrain
Henry Cook sax alto, washint, flauti
Roberto Raciti contrabbasso
Ermanno Baron batteria

Bee Brain è un gruppo guidato dallo statunitense Henry Cook, sassofonista e flautista che ha inciso con alcuni tra i piu’ grandi musicisti afroamericani come John Tchicai, Bob Moses, Don Moye e Frank Lacy. La ritmica che dà forma al trio è composta da Roberto Raciti al contrabbasso ed Ermanno Baron alla batteria con i quali Cook da vita ad una formazione atipica ed originale di matrice certamente jazz ma con influenze afro e funk, capace di spaziare dai groove ethiojazz ai ritmi caraibici passando per l’improvvisazione estemporanea ed il jazz di Eric Dolphy.
Per l’occasione sara’ presentato il loro primo disco intitolato Honey, un lavoro che il trio ha realizzato dopo diversi anni di attivita’ e che raccoglie principalmente brani di compositori etiopi tra i quali Mulatu Astatke, con cui Henry Cook ha avuto l’onore di collaborare in tour ed incisioni varie suonando spesso il tradizionale washint, flauto etiope di cui è uno dei maggior esponenti in Occidente.

a seguire

KARKHANA

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Mazen Kerbaj tromba, mezmar
Umut Çaglar fiati, flauti
Sam Shalabi oud, chitarra elettrica
Sharif Sehnaoui chitarra elettrica
Maurice Louca organo
Tony Elieh electric basso elettrico
Michael Zerang batteria, percussioni

Combinando alcuni dei più talentuosi ed innovativi musicisti dell’area mediorientale, provenienti da Beirut, da Il Cairo e Istanbul, Karkhana è un collettivo transculturale che si è incontrato per la prima volta a Beirut nel febbraio del 2014. L’obiettivo della band è quello di mettere insieme gli elementi delle tre principali scene di musica sperimentale del Mediterraneo: nel 2015 hanno pubblicato su Sagittarius A-Star Live At Metro Al-Madina, “un album dal vivo caratterizzato da una musica che vaga in territori attraversati da spinte opposte e sconquassanti, territori in cui ogni tentativo di costruire temi lineari dal retrogusto spacey viene messo costantemente in discussione da una gragnola di improvvisazioni scarnificanti” Antonio Ciarletta (Blow Up #215, Aprile 2016).
La musica del gruppo crea una miscela unica che mette insieme psichedelia, free jazz e suoni mediorientali: le performance dal vivo, costruite sulle capacità multi-strumentali di questa all star band, creano atmosfere dense di sorprese sia per gli ascoltatori che per i musicisti stessi, un qualcosa che potremmo definire “Free Middle-Eastern Music”.

Nelle tre serate saranno presenti gli stand del Giardino Commestibile, della libreria d’importazione Kobo Shop, Matite Volanti e Wizard Dischi. E il chiosco di Hybrida con prodotti del territorio.

Tutti i concerti sono ad ingresso libero e si svolgeranno a Palazzo Frangipane, situato nel centro di Tarcento in via C. Frangipane.
La mostra di Federico Di Gesualdo si trova nella rotonda superiore al primo piano di Palazzo Frangipane ed è visitabile con i seguenti orari: venerdì 22 luglio dalle 18:30 alle 24:00, sabato 23 e domenica 24 luglio dalle 16:00 alle 24:00
La proiezione dei due cortometraggi di Gianni Amico si terrà nell’atrio di Palazzo Frangipane.
In caso di maltempo i concerti si terranno presso Villa Moretti.

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Tarcento Jazz 2015 – video playlist

VENERDI’ 17 LUGLIO

ORE 18:30 PARCO VITTORIO GRITTI

VOCINCONSUETE

Vocinconsuete
Elisa Ulian voce, fisarmonica, tamburi
Chiara De Santi voce, guiro, bottiglie e giocattoli sonori
Annalisa Ponton voce, percussioni, ocarina, xilofono
Vocinconsuete, tre voci femminili in dialogo tra loro cantano composizioni a volte scritte altre improvvisate; sono attive da anni nel campo della sperimentazione musicale e della performance, hanno partecipato con progetti propri ed inediti creati in funzione della sonorità dei luoghi e recentemente pubblicato Miladise. Il disco è composto da flastrocche, conte e canzoni attinte dal prezioso patrimonio n via di estinzione della tradizione orale della regione Friuli Venezia Giulia.

PALAZZO FRANGIPANE ORE 21:00

MARTELLO

Martello
Marco D’Orlando batteria
Roberto Fabrizio chitarra
Flavio Zanuttini tromba
Ritmiche possenti e chitarre ben amalgamate da una tromba annegata nell’elettronica, un viaggio martellante ad opera di un trio jazz-rock unico nel suo genere.

ROOTS MAGIC

RootsMagic
Errico De Fabritiis sassofoni
Alberto Popolla clarinetti
Fabrizio Spera batteria
Gianfranco Tedeschi contrabbasso
La musica suonata da Roots Magic attinge ai due estremi della tradizione musicale afro-americana. Dal Delta Blues al Jazz Creativo, la lingua originale e il dialetto moderno della musica nera.
Dal canto ancestrale di Blind Willie Johnson e Charlie Patton passando per il Free di Ornette Coleman e John Carter. Dall’afro-futurismo di Sun Ra fino alle architetture Blues di Phil Cohran, Julius Hemphill, Henry Threadgill e Olu Dara. Un repertorio calibrato intorno all’idea di reinvenzione delle radici Blues fra tradizione e innovazione. “Una lunga, vecchia strada” in cui la musica affiora come parte di una densa mistura di potenziali provenienti dal “basso”, ispirazione, magia, poesia… Il progetto Roots Magic nasce a Roma nel corso del 2013. A Luglio 2015 esce il primo CD Hoodoo Blues & Roots Magic, pubblicato dall’etichetta portoghese Clean Feed

Portatemi il cibo, tutto nello stesso piatto, Aretha Franklin e Sun Ra sono la stessa gente
Oliver Lake
Le mie radici sono nel mio giradischi
Evan Parker
La poesia cresce nella ricca terra della magia
Paul Garon – Blues and the Poetic Spirit

SABATO 18 LUGLIO

ORE 18:30 PARCO VITTORIO GRITTI

THE HOMESWEEPERS

HomeSweepers
Andrea Gulli laptop e nastri
Giovanni Maier contrabbasso
Giorgio Pacorig Fender Rhodes
Paolo Pascolo flauto traverso, sax alto
The Homesweepers nasce nel 2006: il trio Maier/ Pacorig/ Pascolo ha all’attivo il disco Overgrown Babeling per l’etichetta Palomar records, in cui si confronta con la forma tradizionale del trio d’improvvisazione di matrice europea. La formazione ha in seguito preso la direzione della sperimentazione elettroacustica con l’inserimento di Andrea Gulli. Gli strumenti acustici -flauto, sax e contrabbasso- sono messi in relazione con l’apparato elettronico sia digitale che analogico, confrontandosi con le sonorità del piano, del Fender Rhodes e del sintetizzatore.
Il quartetto esplora la dimensione della musica improvvisata e della composizione istantanea, avendo comunque come obiettivo la creazione di un suono riconoscibile, di un’identità di gruppo. Il classico trio fiati/ piano / contrabbasso viene istantaneamente registrato e rielaborato in tempo reale cosicché l’improvvisazione coinvolge elementi doppiati degli stessi musicisti.

PALAZZO FRANGIPANE ORE 21:00

TROJNIK

Trojnik
Vid Drašler batteria
Tomaž Grom contrabbasso, elettronica
Cene Resnik sax tenore
Trojnik è composto da musicisti che godono di un’invidiabile reputazione sulla scena del jazz sloveno e della musica improvvisata: il gruppo raggiunge dal vivo un’affascinante espressione collettiva che li ha portati ad esibirsi in svariati festival e concerti.
La musica di Drasler, Grom e Resnik si può definire post free jazz, un suono sorprendentemente coerente che solleva quesiti attraverso deviazioni impreviste e intervalli imprevedibili.

HOBOCOMBO

Hobocombo
Francesca Baccolini contrabbasso e voce
Andrea Belfi batteria e voce
Rocco Marchi chitarra, sintetizzatore e voce
Hobocombo è un trio formato da Andrea Belfi (Rosolina Mar, Mike Watt, David Grubbs) alla batteria e voce, Rocco Marchi (Mariposa) alla chitarra, synth e voce e Francesca Baccolini al contrabbasso e voce.
Il progetto nasce come tributo a Louis Thomas Hardin, in arte Moondog, eccentrico compositore americano attivo a New York negli anni ‘60 e ‘70 e precursore delle tendenze minimaliste della musica di Philip Glass e Steve Reich. Now that it’s the opposite, it’s twice upon a time (Trovarobato/Parade 2011) è il loro primo disco che trasfigura in una luce contemporanea i brani senza tempo di Moondog.
In Moondog Mask (Trovarobato/Linèria 2013) la band pone invece l’accento sull’immaginario del Vichingo della 6ª Avenue, sul suo essere un “autore del fantastico”, sulla ricchezza e varietà timbrica delle sue opere, lanciando un possibile ponte con l’exotica, genere che raggiunse lo zenit tra gli anni ’50 e i ’60, proprio nel periodo d’oro di Moondog.

È un piacere, allora, lasciarsi conquistare da un jazz/blues dal groove magnetico, che vive e si incarna in innumerevoli esistenze grazie ad un’inventiva straordinaria.
Giampaolo Cristofaro – The New Noise

DOMENICA 19 LUGLIO

PALAZZO FRANGIPANE ORE 18:00

MALKUTH

Malkuth
Mirko Cisilino tromba
Mattia Magatelli contrabbasso
Alessandro Mansutti batteria
Filippo Orefice sax tenore
Filippo Vignato trombone
Malkuth significa ‘regno’, il piano della realtà in cui viviamo sulla terra, quel mondo sempre cangiante in cui ridiamo, piangiamo, distruggiamo e ricostruiamo, diamo forma alla nostra vita, improvvisando o reagendo.
Molte cosmogonie raccontano di una vibrazione primordiale da cui tutto e’ scaturito.
Noi, come i pianeti, gravitiamo intorno al nostro asse ed interagiamo con altri, con il sole come centro, fonte di vita e cuore dell’organismo.
Tutto interagisce con importanza ed effetto. Tutto e’ consciamente o inconsciamente sostanza e scambio. Ne risultano infinite possibilità. Questa aspira ad essere la musica dei Malkuth.

PHILM

Philm
Philipp Gropper sax tenore
Andreas Lang contrabbasso
Oliver Steidle batteria
Elias Stemeseder piano
PHILM è un organismo vigile e sveglio.
PHILM suona musica del nostro tempo: intelligente, diretta e coinvolgente, modellata da una straordinaria sincronia delle azioni musicali.
Insieme a Hyperactive Kid e TAU, PHILM è il terzo progetto che il tenorsassofonista berlinese Philipp Gropper dirige come leader. Le sue composizioni sono un distillato di idee che, come in un acceleratore di particelle, sono destinate a scatenarsi e scontrarsi tra loro in un distinto e ossessivo focus ritmico, quasi da stato di trance controllata grazie all’apporto di notevoli musicisti quali Andreas Lang, Oliver Steidle e Elias Stameseder

SABATO 18 / DOMENICA 19 LUGLIO

PALAZZO FRANGIPANE ORE 15:00
A cura di Arbe Garbe Lab: Improvvisazione musicale per bambini

L’elemento piú importante nell’attivitá di un musicista è l’ascolto.
L’ascolto è importante nella vita, fondamentale nello stare insieme
L’ascolto inteso come saper ascoltare e ben interpretare per poi interagire con il mondo nel modo giusto.
Questa concezione puó riguardare un momento musicale d’insieme ma anche la vita quotidiana.
L’obiettivo principale di questo corso, tenuto da Flavio Zanuttini, è quello di far crescere nei bambini e nei ragazzi una capacitá di ascolto che sará poi utile nella vita quotidiana, fornendo quindi le basi di una sensibilitá musicale e dei rudimenti teorici che permettano di sviluppare una passione con un’impostazione generale corretta e completa.
Il mezzo che viene utilizzato è la Conduction: un metodo improvvisativo reso celebre da Butch Morris e divulgato in Italia da vari musicisti tra i quali Francesco Cusa.
Questo metodo permette di guidare un’improvvisazione collettiva attraverso l’uso di semplici gesti da parte del direttore. Per partecipare a questo tipo di improvvisazione non è necessario saper suonare uno strumento musicale, al contrario vengono messi sullo stesso piano musicisti esperti e neofiti totali con sorprendenti risultati.

Il laboratorio è rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia e primarie, è gratuito e ci si può iscrivere tramite email a arbegarbelab@gmail.com oppure hybridaspace@gmail.com

Nelle tre serate saranno presenti gli stand del Giardino Commestibile, della libreria d’importazione Kobo Shop, Matite Volanti e Wizard Dischi.

Tutti i concerti sono ad ingresso libero e si svolgeranno a Palazzo Frangipane, situato nel centro di Tarcento in via C. Frangipane.
In caso di maltempo i concerti si terranno presso Villa Moretti, in via Coia.

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JA
VENERDI’ 24 APRILE
ORE 21:00 INGRESSO 5 EURO
TARCENTO – VILLA MORETTI

L’anteprima di Tarcento Jazz 2015 è affidata al progetto Natural Information Society, guidato dal bassista, compositore e polistrumentista Joshua Abrams affiancato per l’occasione da Frank Rosaly e Lisa Alvarado.
Il Natural Information Society è una sorta di ponte che unisce i suoni di Chicago alle suggestioni tipiche della musica tradizionale del Nord Africa, in una commistione ipnotica ed evocativa, capace di trascinare l’ascoltatore in un mondo che ritrova il contatto con la ritualità tipica della civiltà africana mediata sempre dall’eccellente scuola dell’improvvisazione chicagoana. La musica del gruppo è imperniata intorno al suono del guimbri (o sintir), uno strumento originario della Guinea, ma diffuso nel nord Africa, integrando composizione e improvvisazione per creare tappeti ipnotici, fortemente ritmici, grazie all’apporto di musicisti di altissima caratura: Lisa Alvarado, all’harmonium, fondamentale in questa formazione nel donare i colori più coinvolgenti, e Frank Rosaly, batterista stellare, agitatore della scena di Chicago, creatore del sestetto Cicada Music e di Milkwork, suo straordinario progetto in solo.
L’ubiquità e onnipresenza di Abrams nella scena della musica improvvisata, prova che è uno dei più laboriosi, creativi e prolifici bassisti: Joshua Abrams è noto per le sue collaborazioni con Town and Country, Sticks and Stones, Roscoe Mitchell, Godspeed You Black Emperor, Hamid Drake, Peter Brötzmann, Prefuse 73, Toumani Diabate, The Roots, Bonnie “Prince” Billy, Nicole Mitchell, Ballaké Sisoko, Joe McPhee, Tortoise, Rob Mazurek, Neil Michael Hagerty e molti altri. Ha composto le colonne sonore di “Steve James’ Life Itself”, “The Interrupters” e “The Trials of Muhammad Ali”.
Il Natural Information Society ha all’attivo due album usciti per l’etichetta Eremite Records ed accolti ottimamente dalla critica, “Natural Information” e “Represencing”.

Joshua Abrams: contrabbasso, guimbri
Lisa Alvarado: harmonium
Frank Rosaly: batteria

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Tarcento Jazz 2014 – video playlist

VENERDI’ 18 LUGLIO

ORE 18

IZTOK ZUPAN

Iztok

INAUGURAZIONE MOSTRA
Iztok Zupan (Kranj, 1957) è tra i migliori e più conosciuti fotografi sloveni.
La sua attività fotografica si sviluppa in parallelo a quella di promoter musicale e di tecnico del suono: molte sue registrazioni sono pubblicate da importanti etichette come Okka Disc, NotTwoRecords e Rudi Records; nel 2011 è direttore artistico del Sajeta Festival di Tolmino. Dal 2008 gestisce l’etichetta discografica Klopotec e il suo personale studio di registrazione.
Iztok inizia a fotografare nel 1996 dopo aver visto una mostra al festival jazz di Saalfelden: da questo momento la sua attività di fotografo diventa sempre più intensa coprendo gli eventi musicali di Slovenia, Italia e Austria. La sua apertura mentale, curiosità e passione lo portano faccia a faccia con i protagonisti del jazz contemporaneo, i cui ritratti potranno essere ammirati nella selezione proposta a Palazzo Frangipane.
I suoi scatti sono stati esposti in svariati festival jazz e gallerie d’arte, tra cui il Brda Contemporary Music Festival, il Jazz Festival di Lubiana e la Galerie Jesharna di Škofja Loka.

ORE 21

TRIO BENESSERE

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Filippo Orefice sax tenore
Giovanni Maier contrabbasso
Alessandro Mansutti batteria

Il trio, composto da Giovanni Maier, Filippo Orefice e Alessandro Mansutti, lavora con particolare attenzione allo sviluppo dell´improvvisazione inserita in contesti musicali diversi, proponendo musica originale, musica improvvisata e brani di Thelonious Monk.
Filippo Orefice e Alessandro Mansutti, oltre che del Trio Benessere, fanno parte del quintetto “5est”(con M.Cisilino, B. Cesselli, A.Turchet.). Giovanni Maier è sulla scena della musica improvvisata da oltre vent’anni, con all’attivo innumerevoli progetti, con gruppi guidati da lui stesso o in solo, e collaborazioni con molti musicisti di fama internazionale.

KONSTRUKT

konstrukt

Korhan Futaci sax, flauto
Umut Çaglar chitarra, tastiere
Özün Usta contrabbasso, percussioni
Korhan Arguden batteria

I turchi Konstrukt si sono meritati l’attenzione non solo della critica turca ma hanno guadagnato la stima del circuito europeo di improvvisazione.
Il free jazz turco non è soltanto una parola ma, per quanto riguarda i Konstrukt, è un ideale, un approccio, una simbiosi fra creatività e suono che si evolve e fiorisce. Il gruppo raggiunge un incredibile livello di energia e forza nella sua musica attraverso lucide ed inventive composizioni.
La band ha registrato e suonato dal vivo con Marshall Allen (Sun Ra Arkestra), Evan Parker, Joe McPhee e Peter Brötzmann.
konstrukt-music.com

SABATO 19 LUGLIO

ORE 21

LOCOMOTIVE DUO

locomotive

Clarissa Durizzotto ance
Giorgio Pacorig piano Rhodes

Il Locomotive Duo è il risultato di un lungo lavoro sulla ricerca del suono e le sperimentazioni musicali più varie; ai temi della tradizione si intrecciano le libere improvvisazioni pregne di carica emotiva e ricerca reciproca. E’ il frutto delle diverse esperienze maturate negli anni da Clarissa Durizzotto e Giorgio Pacorig nei loro percorsi personali che spaziano dal jazz alla musica elettronica, dalla musica per film alla musica improvvisata collaborando con numerosi musicisti di varia estrazione, provenienza e fama internazionale.

JURE TORI

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Jure Tori fisarmonica

Jure Tori ha iniziato la sua carriera artistica con il gruppo Orlek e conta fra le sue collaborazioni anche quella con il corpo di ballo internazionale En Knap.
Jure Tori evidenzia una qualità di suono ed una sensibilità davvero fuori del comune: nonostante il suo strumento rievochi inevitabilmente sonorità balcaniche, le stesse vengono come attualizzate dal trattamento complessivo a cui le sottopone il musicista.
Così la musica assume tratti cangianti, ora soavemente malinconici, ora decisamente trascinanti portando l’ascoltatore in un viaggio originale e profondo.
juretori.com

DOMENICA 20 LUGLIO

ORE 21

LES RHINOCEROS

rhinoceros

Michael Coltun basso elettrico, percussioni ed elettronica
Amit Peled chitarra elettrica ed elettronica
Jonathan Burrier batteria e percussioni

Sono un trio di musicisti giovanissimi questi tre ragazzi che arrivano da Washington Dc, con il nome francese di Les Rhinocèros, e con un suono che arriva da molto lontano, che ha sorpreso parecchi nomi che contano con l’esordio omonimo del 2011. Il mondo sonoro dei Les Rhinocèros nasce dalla fusione tra la tradizione del rock, la world music e il jazz: siamo dalle parti di una musica progressiva ruvida e con il piglio doverosamente istintivo di una band che sembra essere cresciuta con i dischi di Frank Zappa, degli Henry Cow e il progressive rock più eccentrico. Non a caso il loro secondo lavoro è uscito per la Tzadik Records di John Zorn ed è stato registrato negli studi di Bill Laswell. Nomi che dovrebbero far drizzare le orecchie agli appassionati…
Les Rhinocèros

GREETINGS FROM SATURN

Enlightment

Enlightment

Il 2014 è l’anno in cui ricorrono i 100 anni dalla nascita di Sun Ra (1914-1993), uno dei compositori e arrangiatori più creativi e innovativi della storia del Novecento: musicista e filosofo, mistico e profeta, inventore di cosmogonie e creatore di mondi alternativi da cui è impossibile non rimanere stregati.
Pianista, bandleader e compositore tra i più originali del Novecento, in cinquant’anni di attività Sun Ra (1914-1993) ha disegnato una vera e propria «storia parallela» del jazz, non soltanto allargandone lo spettro espressivo – contaminando lo swing con il funk, il free jazz con l’elettronica – ma anche arricchendolo di fantasiosi elementi extramusicali: coreografie coloratissime, costumi, danze esotiche, e soprattutto leggende. Nelle interviste, nei suoi scritti, nelle sue poesie, Sun Ra indossò infatti sempre i panni del grande visionario: presentandosi come il discendente del dio egizio del Sole o sostenendo di essere arrivato su questa terra da Saturno; promuovendo il mito del viaggio nello spazio come metafora del ritorno in Africa dei neri americani; incoraggiando la ricerca umana del divino e della spiritualità, di cui la musica avventurosa e imprevedibile della sua Arkestra doveva essere il veicolo privilegiato.

Tarcento Jazz in occasione del centenario della nascita di Sun Ra ospita “Enlightment”, concerto dedicato alla musica del compositore afroamericano.
Per questa serata il collettivo, che con formazioni variabili sta studiando il repertorio di Sun Ra dall’autunno 2013, è composto da:

Marta Raviglia voce
Paolo Pascolo flauto
Flavio Zanuttini tromba, arrangiamenti e direzione
Clarissa Durizzotto sax e clarinetto
Roberto Fabrizio chitarra baritono
Giorgio Pacorig piano Rhodes, Korg MS 20
Andrea Gulli live electronics
Giovanni Maier contrabbasso
Marco D’Orlando batteria e percussioni
Sara Galiza danza

sponsors

Tutti i concerti sono ad ingresso libero e si svolgeranno a Palazzo Frangipane, situato nel centro di Tarcento in via C. Frangipane.
In caso di maltempo i concerti si terranno presso l’Auditorium delle scuole medie “A. Angeli”, in via Giovanni Pascoli.

La mostra fotografica di Iztok Zupan a Palazzo Frangipane, è visitabile dalle ore 18 alle ore 23 da venerdì 18 a domenica 20 luglio.

Tarcento Jazz è anche shopping, accoglienza e benessere. Nei negozi e nei ristoranti aderenti dal 14 al 20 luglio 2014 idee, sconti e nuove proposte.
Visita Tarcento. Visita la Perla del Friuli.

RistorantiWeb

www.tarcentoce.it

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TarcentoJazz

Tarcento Jazz 2013 – video playlist

VENERDI’ 27 SETTEMBRE
ORE 21:00 INGRESSO LIBERO
Tarcento (UD) – Auditorium delle Scuole Medie, Via Giovanni Pascoli, 15

ZLATKO KAUCIC & ORGAN MADNESS TRIO

ZLATKO KAUCIC (Slovenia)

zlatkokaucic

Percussionista tra i più versatili della scena europea, Zlatko Kaucic è da tre decenni sulla scena internazionale a fianco di Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff, Paul Bley, Misha Mengelberg, Irene Schweizer, Steve Lacy, Mike Osborne, Peter Brötzmann ed altri. Zlatko Kaucic è nato a Postumia nel 1953. Ha cominciato a suonare diciassettenne in Italia con un gruppo di Udine, gli Upupa. Nel 1975 si trasferisce in Svizzera, dove rimarrà per due anni, e dove, tra gli altri, collaborerà con Irene Schweitzer, Radu Malfatti, Peter Frei, Allen Blairman e Duško Goykovich. In seguito si sposta in Spagna, a Barcellona, dove vivrà per sei anni. Nel paese iberico Kaucic suona sia in vari jazz festival che nei club; in questi anni collabora con musicisti come Kenny Wheeler, Steve Lacy, Mike Osborne, John Lewis. Nel 1984 si trasferisce nuovamente, questa volta ad Amsterdam. Nella città olandese suona non solo con i più importanti jazzisti legati alla scena dell’avanguardia europea come Misha Mengelberg, Sean Bergin, Michael Moore, ma anche con Paul Bley, Paolo Fresu, John Pattitucci. Nel 1992 ritorna in Slovenia, dove continua a collaborare a vari progetti con nomi di primo piano del jazz mondiale, da Paul Bley a Steve Lacy, da Chico Freeman a Kenny Wheeler, da David Binney a Marc Ribot, da Albert Mangelsdorff ad Alexander Balenescu, da Trevor Watts a Peter Brötzmann. Nel corso della sua carriera ha inciso oltre trenta dischi.

Zlatko Kaucic – batteria e percussioni

ORGAN MADNESS TRIO (Italia)

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Il progetto Organ Madness nasce nel 1997 ed è incentrato sulle sonorità dell’organo Hammond, con espliciti e chiari riferimenti alle atmosfere delle formazioni analoghe presenti sulla scena musicale intorno agli anni Cinquanta e Sessanta. Il trio, in molte occasioni, ha costituito una specie di nucleo vitale al quale si sono aggiunti ospiti di prestigio internazionale. Il repertorio attinge a quelli che, unanimemente, sono considerati i grandi maestri, tra i quali Tadd Dameron, Duke Ellington, Thelonius Monk rappresentano solamente un aspetto della ricerca sviluppata in questo ambito. Una parte del lavoro che puntualmente viene proposta, si rifà invece a maestri meno presenti nelle performance dei jazzisti, almeno qui in Italia. A questo proposito, spesso si possono ascoltare, fra gli altri, brani di Lee Morgan, Lucky Thompson, Dodo Marmarosa, pazientemente studiati e amati fin da quando questo ensemble ha iniziato ad operare sulla scena nazionale e internazionale.
Daniele D’Agaro – sax tenore
Mauro Costantini – organo Hammond
Alessandro Mansutti – batteria

SABATO 28 SETTEMBRE
ORE 21:00 INGRESSO LIBERO
Tarcento (UD) – Auditorium delle Scuole Medie, Via Giovanni Pascoli, 15

DOB ORCHESTRA & NUTIMBRE

DOB ORCHESTRA (Italia)

Dob Orchestra

La Dob Orchestra è un collettivo di ricerca sulla musica improvvisata formatosi nel 2007 nell’ambito dei laboratori creativi di Dobialab, a Dobbia di Staranzano. Ha all’attivo la pubblicazione del cd Tageskarte per Palomar Records ed apparizioni a festival e meeting sulla musica di ricerca. Il collettivo sperimenta forme di composizione istantanea e di ri-distribuzione della responsabilità compositiva e di conduzione.
Andrea Gulli – computer, sintetizzatore
Giorgio Pacorig – Korg MS 20
Paolo Pascolo – flauto
Gabriele Cancelli – tromba
Gian Agresti – sax contralto
Flavio Brumat – sax tenore
Mimo Cogliandro – clarinetto basso
Ugo Boscain – clarinetto contrabbasso
Giovanni Maier, Michele Spanghero, Costanzo Tortorelli, Carlo Franceschinis – contrabbasso

NUTIMBRE (Italia)

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Il Nutimbre è un quintetto di jazz moderno/improvvisazione radicale, ispirato all’attuale scena newyorkese.
Il quintetto è stato fondato da Stefano Ferrian, polistrumentista impegnato nei più svariati generi musicali e fondatore dell’etichetta dEN Records, che ha prodotto artisti del calibro di Ken Vandermark, Mats Gustaffson, Ab Baars, Paal Nilssen-Love e molti altri.
Il quintetto ha all’attivo un album Risk che è stato supportato da un tour europeo e dalla partecipazione all’Umbria Jazz e al Novara Jazz Fest 2012, nonché da altri numerosi concerti in Italia. A Settembre 2013 verrà pubblicato il secondo disco intitolato Cycles interamente presentato dal vivo a Umbria Jazz 2013.
Il quintetto vede nelle sue fila, oltre al fondatore Stefano Ferrian, alcuni tra i più attivi musicisti emergenti italiani come Vito Emanuele Galante (Nido Workshop, Funkin’Monks), Simone Quatrana (RARA AVIS), Luca Pissavini (Nido Workshop, LuPi, RARA AVIS) e Fabrizio Carriero (Follow The Wires).
I musicisti coinvolti nel progetto hanno all’attivo collaborazioni internazionali con musicisti come Peter Brötzmann, Ken Vandermark, Sabir Mateen, Steve Swell, Steven Bernstein e molti altri, e un’attività concertistica che li ha portati a suonare in tutta Europa, Russia e Asia.
Stefano Ferrian – saxofoni
Vito Emanuele Galante – tromba
Simone Quatrana – piano, cetra, effetti
Luca Pissavini – contrabbasso
Fabrizio Carriero – batteria

DOMENICA 29 SETTEMBRE
ORE 21:00 INGRESSO LIBERO
Tarcento (UD) – Auditorium delle Scuole Medie, Via Giovanni Pascoli, 15

BARABBA’S & FIRE!

BARABBA’S (Italia)

barabbas

«Una voce racconta i suoni… poi i suoni raccontano la voce» : questo sono i Barabba’s. Quartetto formato alla fine del 2012 i Barabba’s nascono con l’esigenza di interpretare stati d’animo o vicende personali fondendo free jazz ad atmosfere prog-psichedeliche. Con una introduzione recitata di ciò che accadrà in musica, affidata all’attrice Aida Talliente, i quattro musicisti hanno la libertà di interpretare, secondo la propria sensibilità, le diverse situazioni che si presentano per farle arrivare all’ascoltatore nella maniera più viva e reale possibile.
Clarissa Durizzotto – alto sax
Giorgio Pacorig – Fender Rhodes, Korg MS20
Alessandro Turchet – basso
Alessandro Mansutti – batteria
con la partecipazione dell’attrice Aida Talliente, voce narrante

FIRE! (Svezia) – per la prima volta in Italia / in esclusiva per Tarcento Jazz

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Sorta di supergruppo dell’area ‘off’ scandinava, i Fire! di Mats Gustafsson (Peter Brötzmann Chicago Tentet, The Thing, Swedish Azz), Andreas Werliin (batteria per Wildbirds & Peacedrums) e Johan Berthling (basso nei Tape) hanno inanellato una serie di lavori notevoli dando dimostrazione sia di poter giostrare a proprio piacimento nelle (ri)evoluzioni del jazz moderno (free, aperto alle contaminazioni, groovey, ecc.), sia di poter coesistere in una sorta di comune musicale con ospiti importanti quanto ingombranti. Jim O’Rourke, prima (Unreleased? e il 10″ Released) e Oren Ambarchi poi (In The Mouth A Hand), hanno preparato il terreno e dato più di un indizio sulla concezione musicale del terzetto. Una crasi tra Black Sabbath, Can e la new thing di John Coltrane e Archie Shepp. Il risultato è originale, coraggioso e a tratti addirittura sconvolgente: la costituzione rimane proiettata nell’avant-jazz, ma il suono viene deformato attraverso una lente composta da psichedelia, motori krautrock , tenaglie noise-rock e illusioni di un’emotività labile e primitiva. Una creatività indomabile perfettamente espressa dal loro pseudonimo: Fire!. Imperativo e temibile, come un fuoco pronto ad ammaliarti, agguantarti e carbonizzarti lentamente.
Mats Gustafsson – saxofoni, Fender Rhodes, elettronica
Johan Berthling – basso, chitarra, tastiere
Andreas Werliin – batteria

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KTVweb
DOMENICA 7 LUGLIO
ORE 21:00 INGRESSO LIBERO
Tarcento – Centro Luciano Ceschia, via Julia 11

KILL THE VULTURES

Il percorso artistico dei Kill The Vultures inizia nel 2005 con l’album omonimo, dove in un disco di rara intensità quattro ragazzi di Minneapolis deformano e alterano jazz, blues e rap. È un ritorno alle origini nelle parole, che tornano ad avere connotati politici e sociali, che tornano a raccontare le inquietudini quotidiane, tutto fuso in un blocco sonoro magmatico e seducente, sbilenco ed incazzato, poetico e incendiario. Ritmi scarni e nervosi, poveri e quasi primordiali, fanno da sfondo a campionamenti e scorie industriali, sonorità vintage di stampo cool-jazz e soul-blues si intrecciano a linee vocali dai toni cupi e minacciosi. Artigiani del sample e parolieri urbani, i quattro Kill The Vultures hanno creato un suono di grande freschezza e notevole impatto, per un disco destinato a durare.

Con l’album seguente “The Careless Flame”, del 2007, la matrice jazz divampa e, nonostante del quartetto originale rimangano solamente Stephen Lewis (Anatomy) e Alexei Casselle (Crescent Moon), la creatività del combo di Minneapolis è paragonabile alle pagine migliori del free jazz. E non è raro che sia proprio Coltrane a venire alla mente, quando il sax si fa unico elemento riconoscibile di una melodia dilaniata, o quando si fa strada tra il fruscio dei vinili o ancora nei meravigliosi giri di contrabbasso che attraversano il lavoro. Nel 2009 con il terzo disco, “Ecce Beast”, si ha sempre più la sensazione di trovarsi in uno sconosciuto club in cui si suona jazz da ore e ore, all’infinito. “Ecce Beast” è costruito tutto sul rapping flemmatico e poetico di Crescent Moon che occupa tutti gli spazi a disposizione, trascinando la musica verso ritmi lenti e profondi. Dal canto suo, Anatomy si sbizzarrisce nella scelta dei campionamenti, spesso e volentieri tratti dal repertorio jazzistico, con fraseggi di trombe e sax in primo piano e profonde linee di basso (sia elettrico che acustico) a costruire la base ritmica in cooperazione con la battuta lenta e non sempre regolare della drum machine. Difficile trovare un’etichetta per questo duo che non gozzoviglia certo tra le scansioni del rap di maniera, ma piuttosto perlustra gli antri deserti della psiche umana rimasta orfana di gente come Albert Ayler e Gil Scott-Heron.
“Beatnik hip hop” si definiscono e forse è questa l’unica targa che gli permette di circolare liberamente ovunque.

The Old New Thing – Hybrida sound & light
Set musicale incentrato sulla black music dalla fine degli anni ’60 alla metà dei ’70, mentre la parte visuale si svilupperà attraverso foto dei musicisti dell’epoca, degli attivisti politici, delle copertine dei dischi e di filmati e spezzoni di film del periodo.

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Tarcento Jazz 2012 – video playlist

Venerdì 27 luglio ore 21
Parco Vittorio Gritti – Tarcento

DRASLER/KARLOVCEC TRIO
Jošt Drašler contrabbasso | Vid Drašler batteria, percussioni | Marko Karlovcec sax contralto

Il Drašler/Karlovcec Trio è una giovane formazione composta da tre tra i più promettenti musicisti sloveni attivi in diversi ambiti: la band nasce dall’incontro tra la sezione ritmica dei fratelli Jošt e Vid Drašler e il sax di Marko Karlovcec.
Dal vivo, i tre musicisti, si incontrano sul terreno della libera improvvisazione spinti dall’energia primitiva e incendiaria del free jazz.
botanic-records.blogspot.com

MIKROKOLEKTYW
Kuba Suchar batteria, elettronica | Artur Majewski tromba, elettronica

Il micro-collettivo nasconde dietro a una vera e propria cascata di suoni un semplice duo tromba e percussioni, condito da una buona dose di elettronica analogica (per quanto concerne la produzione di suoni) e digitale (per le registrazioni). I due, Kuba Suchar e Artur Majewski, hanno una militanza nel jazz polacco più innovativo (Robotobibok) e nella scena internazionale (São Paulo Underground).
Il duo inizia a suonare nel 2004 ispirato da artisti come Don Cherry, Ed Blackwell e Max Roach. Il drumming, più brasiliano che polacco, di Suchar riesce a creare straordinarie poliritmie che rivestono i lunghi mantra dal sapore quasi industriale di una rara perizia percussiva. Da parte sua Majewski si tiene con i piedi saldi sopra linee melodiche sempre molto delineate.
I Mikrokolektyw sono una delle migliori realtà avant-jazz in circolazione e se ne è accorta anche la Delmark Records, storica etichetta discografica di Chicago, che dal 1953 al 2010 non aveva mai pubblicato un disco di artisti europei fino all’esordio del duo, “Revisit”, immediatamente bissato dal dvd “Dew Point”.
myspace.com/mikrokolektyw

Sabato 28 luglio ore 21
Parco Vittorio Gritti – Tarcento

THE ASSASSINS
Francesco Cusa
batteria | Luca Dell’Anna hammond piano | Flavio Zanuttini tromba, elettronica

Nella tradizione del florilegio, del massacro e dell’organizzazione seriale, sulle altalenanti sponde della follia e dell’intelligenza, tra maniacale attenzione per i dettagli e violenta pulsione: The Assassins è un progetto sulla poliritmia come arma bianca, e l’improvvisazione come ultima occasione di redenzione. Francesco Cusa, Luca Dell’Anna e Flavio Zanuttini lavorano compulsivamente sul tempo e sulla sua percezione, su come trasformarlo nella proverbiale “pistola fumante”; una smodata ossessione per le progressioni armoniche Slominskiane (geometrie perfette con cui lastricare la strada verso l’inferno) caratterizza il materiale tematico, smontato e sezionato come sul piano di marmo del patologo di turno, come nel più tradizionale racconto jazzcore da quattro-dopo-la-mezzanotte.
improvvisatoreinvolontario.com

MOMBU
Luca T. Mai
sax baritono, m’bira | Antonio Zitarelli batteria

Mombu è un nuovo progetto di Luca T. Mai e Antonio Zitarelli, rispettivamente sax negli Zu e batteria nei Neo, per cimentarsi in una proposta che vuole trattare soluzioni musicali di matrice africana e mescolarle con la violenza sonora cara ad entrambi. Il risultato è una musica grassa torrentuosa con ritmiche magiche-ipnotiche, barriti da rituale voodoo ed uscite di rigore africano (ostinati-unisoni), il tutto con una chiave di lettura prettamente dettata dall’esperienza musicale dei due musicisti. La loro è una sintesi originale e atipica di afrobeat, jazz acido e atmosfere pesanti. Mombu è un immersione nell’Africa tribale e primordiale. L’arte che assume una funzione magica, rituale, di suggestione immediata. Fiumi di note da riempire la savana intera. Un ascolto spesso frammentato. Tutto ciò che si trova in Mombu è stato studiato, contemplato, scritto e nulla lasciato al caso. Lo studio di Antonio Zitarelli delle percussioni africane emerge pienamente nella continuità ritmica e mai sincopata di batteria e bonghi. Il sax di Luca Mai non lascia scoperti angoli vuoti e riempie in modo violento, tagliente e discordante ogni singola traccia. Il grande valore di questo progetto, oltre all’avanguardismo concettuale, risiede nel presentare, con l’utilizzo di solo due strumenti, delle sonorità uniche e frutto di studi, ricercatezza e probabilmente anche un pizzico di follia.
myspace.com/mombumombu

Domenica 29 luglio ore 21
Parco Vittorio Gritti – Tarcento

AGHE CLOPE
Stefano Giust
batteria, piatti, oggetti | Andrea Gulli laptop, elettronica | Giorgio Pacorig fender rhodes | Paolo Pascolo flauto traverso, sax alto

“La musica del quartetto Aghe Clope scorre seguendo il libero flusso dei pensieri, abbracciando un ampio spettro di riferimenti che va dall’improvvisazione radicale alla musica elettronica, dal minimal noise al rock progressivo, dalla musica contemporanea a richiami tribali. Elemento caratterizzante è il riuscito accostamento di acustico e di elettrico, di pieni e di vuoti, di furiose improvvisazioni e di momenti di stasi che corrono su un sottile filo di tensione. A volte tele-trasportato nel futuro altre volte coinvolto in un sabba frastornante l’ascoltatore affronterà un viaggio che non lo potrà lasciare indifferente.” Vincenzo Roggero, All About Jazz 2012
myspace.com/agheclope

CHRIS CORSANO / JOE McPHEE / EVAN PARKER
Chris Corsano
batteria | Joe McPhee sax contralto, sax soprano | Evan Parker sax soprano e tenore

Unica data italiana per questo trio che vede Chris Corsano, uno tra i batteristi più interessanti in circolazione confrontarsi con due maestri della musica afroamericana e del free jazz europeo: Joe McPhee e Evan Parker.

Joe McPhee (Miami, 1939) ha attraversato da protagonista oltre quarant’anni di musica jazz. È uno dei giganti dell’improvvisazione contemporanea e una delle menti più lucide in circolazione, sia per l’enorme quantità di esperienza accumulata (dal free politicizzato alla “new wave” di Chicago), sia per le incredibili potenzialità espressive del suo strabiliante polistrumentismo, ed è ormai riconosciuto come maestro assoluto da un’intera generazione di improvvisatori.
joemcphee.com
Intervista a Joe McPhee di Michael Anton Parker

Evan Parker (Bristol, 1944) è una delle figure guida del movimento musicale che ha emancipato l’improvvisazione europea dai suoi modelli americani. Profondo conoscitore della storia del jazz, coerente e tenace sostenitore dell’improvvisazione come principale terreno della creazione musicale e intelligentemente consapevole della necessità dei musicisti di autorganizzarsi, costituisce oggi un esempio per tutti i giovani sassofonisti.
evanparker.com
Evan Parker Le attitudini di un libero conversatore di Michele Coralli
Nota su Evan Parker di Francesco Martinelli

Chris Corsano (Englewood, 1975) è uno tra i musicisti più rappresentativi della musica sviluppatasi agli inizi del nuovo millennio che fondeva rock, psichedelia e minimalismo con l’attitudine di John Coltrane e Albert Ayler. Corsano ha collaborato con musicisti come Björk, Thurston Moore e Paul Flaherty che lo hanno portato a sviluppare un linguaggio musicale di straordinaria ampiezza. Ciò fa di lui uno tra i più importanti e generosi improvvisatori degli ultimi anni.
cor-sano.com

Tutti i concerti sono ad ingresso libero e si svolgeranno al parco Vittorio Gritti, situato nel centro di Tarcento (raggiungibile da via Lungotore o da via dei Molini).
In caso di maltempo all’auditorium delle scuole medie “A. Angeli” (in via Giovanni Pascoli)