MIKE COOPER


SABATO 24 GIUGNO
ORE 21:00 INGRESSO LIBERO
UDINE – PARCO VITTIME DELLE FOIBE

MIKE COOPER
voce, chitarra ed effetti

Mike Cooper, inizia la sua carriera musicale come chitarrista, cantante e autore di folk-blues, per poi diversificare il suo lavoro, includendo l’improvvisazione e la musica elettronica, le sonorizzazioni di film, la radio-art e le installazioni sonore. Si dedica alla scrittura, come giornalista musicale e storico delle musiche e dei musicisti del Pacifico (è anche collezionista di camice hawaiane….); artista visivo e filmaker, compare in più di sessanta dischi.
Negli anni sessanta è stato il pioniere del cosidetto British blues boom, suonando con leggende quali Son House, Mississippi Fred McDowell, Bukka White, Howlin’ Wolf, John Lee Hooker e Jimmy Reed. Il suo LP del 1969 Oh Really!? è acclamato come il migliore disco di blues acustico di quegli anni.
Nei primi anni settanta, Cooper è occupato a ridefinire il suo stile assorbendo modi dal free jazz, collaborando con musicisti e improvvisatori quali i sudafricani Dudu Pukwana, Harry Miller, Louis Moholo e Mongezi Feza, e il sassofonista inglese Mike Osborne. Sono gli anni di dischi come Trout Steel (1970), Places I Know (1971) e The Machine Gun Co. with Mike Cooper (1972), fondamentali per il movimento avant blues e ristampati nel 2014 dalla Paradise Of Bachelors.
Produce i primissimi dischi di rogue folk, destinati ad ispirare (insieme all’opera di artisti come Roy Harper o The Incredible String Band) il boom del free folk negli Stati Uniti, con Thurston Moore, Jim O’Rourke e la No-Neck Blues Band che confesseranno di essere fan dell’opera di Mike di quel periodo. Alla fine del decennio, Mike comincia a sviluppare una carriera parallela nell’ambito della musica sperimentale, e collabora assiduamente con membri del London Musicians Collective, come Keith Rowe, David Toop, Steve Beresford, Max Eastley, Paul Burwell, Eddie Prevost. Il suo gruppo The Recedents (con il leggendario sassofonista Lol Coxhill e il batterista Roger Turner) è attivo fino al 2008.
Nel 1987, insieme allo straordinario chitarrista slide francese Cyril Lefebvre, e incorporando i talenti di Lol Coxhill, Steve Beresford e Max Eastley, forma il gruppo Uptown Hawaiians, progetto dedicato ad un repertorio di musica hawaiana, exotica, e di altre musiche per chitarra lap-steel, riaffermando così la sua lunga passione per le culture del Pacifico ed avvalendosi della collaborazione di musicisti come Arthur Lyman e Viv Dogan Corringham, vere e proprie istituzioni della musica dell’arcipelago.
Residente da qualche anno a Roma, Cooper continua a produrre musica. Con Spirit Songs ritorna al concepimento di canzoni per chitarra e voce, nell’apparente gesto primordiale del cantautore, ma qui siamo di fronte all’esperienza di una carriera ai margini della sperimentazione che si proietta straordinaria su di un futuribile in stretto contatto con la tradizione (anglosassone e mediterranea). La parte testuale delle canzoni proviene nella maggior parte dei casi dalle pagine di Gravity’s Rainbow e V di Thomas Pynchon sottoposte ad un ludico e casuale lavoro di cut-up. Cooper suona queste canzoni senza una forma o un accompagnamento musicale predefinito, semplicemente improvvisando e rendendo così ogni performance unica.
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