MAURIZIO ABATE “STANDING WATERS”


VENERDI’ 11 MAGGIO

ORE 21:00 INGRESSO LIBERO RISERVATO AI SOCI ARCI
UDINE – CIRCOLO ARCI MIS(S)KAPPA – VIA BERTALDIA 38

Maurizio Abate ritorna al Circolo Arci MissKappa per la presentazione di Standing Waters ultimo album in solo uscito il 9 Marzo 2018 in CD/LP su Boring Machines/Black Sweat Records.
In questa data il violino di Lucia Gasti affiancherà la chitarra acustica di Maurizio.

Con questo nuovo lavoro Maurizio Abate riprende il discorso iniziato con Loneliness, Desire and Revenge del 2015, ma con una sensibilità narrativa differente. L’aria simbolica che si respira suggerisce un vissuto personale ed universale in cui i pensieri e le percezioni rimangono come avvolti in una eterna ruota cosmica. E’ una condizione che sfocia in una sincera introspezione ed identificazione empatica tra la stasi di un animo interiore e la vitalità fluente di paesaggi acquatici stagnanti. In questa direzione la musica di Abate condensa sempre multiple gamme di spettri emotivi diversi evocati da profondi richiami naturalistici. Le ariose aperture delle corde, i sussurri lontani dell’armonica, le cascate di fraseggi ora più pacati ora più torrenziali possono condurre nel magnifico climax della Nostalgia. Gli arrangiamenti per violino e violoncello di Lucia Gasti introducono in una dimensione da idillio, in passaggi elegiaci di toccante poesia quasi di gusto cameristico, ma allo stesso tempo bagnati dagli umori pastorali e bucolici dei paesaggi autunnali; sono dipinti intrisi di sapori e colori differenti che ricordano la luce e il candore dei tonalismi veneti o dei quadri mobili densi di significato di Tarkovskij. Nei momenti più cupi e tristi gli accordi aperti sono come sospensioni di quesiti e tormenti irrisolti, ma il finale catartico con un piano free e minimale prelude a possibili bagliori futuri, quasi a percepire che anche dove c’è stasi il sole può comunque far brillare la speranza del nuovo sulla radura dello stagno. Rimane il sentore di quella “libertà di espressione” stilistica cara ai visionari Fahey e Basho; ma anche una nitida interpretazione della possibilità espressiva della chitarra solista, assolutamente lirica e contemporanea per la raffinatezza del suono cristallino, che mette questo lavoro in parallelo con le fondamentali prove acustiche di altri grandi come Jim O’Rourke, Jack Rose o James Blackshaw. (parole di Andrea Maria Simoniello)

http://maurizioabate.it/