BLIND CAVE SALAMANDER

domenica 20 luglio ore 22.30 presso NAVEL www.navel.fvg.it a Cividale del Friuli (UD), Piazza Foro Giulio Cesare n. 13 per Mittelimmagini: proiezioni, esposizioni, mostre, concerti, letture ed altri eventi.

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L’album di debutto è stato registrato presso gli studi O.F.F. di Torino da Marco Milanesio ed all’interno della grotta di Bossea Frabosa Soprana in Piemonte da Paul Beauchamp, quindi realizzato dall’etichetta di Atlanta, (U.S.A) Blossoming Noise (Keiji Haino e Genesis P. Orridge tra gli altri artisti in catalogo) nel Settembre 2007.
L’immagine di copertina è una fotografia della serie Splash di Ruth Bayer (Current 93, Coil, London Institue Of contemporary Art).
Blind Cave Salamander è un progetto di Fabrizio Modonese Palumbo e Paul Beauchamp, che propone un’insolita miscela di elettronica, archi e chitarre, drones e field recordings: una raccolta di suoni cesellati, che a tratti si piegano verso nenie ipnotiche (complice Julia Kent, violoncellista di Antony & the Johnsons e Current 93) e a tratti accentua una tendenza all’astrazione.
Al momento Blind Cave Salamander sta lavorando al prossimo disco in studio ed anche ad una collaborazione in progress con Nurse With Wound.

BLIND CAVE SALAMANDER:
Paul Beauchamp (Radon Collective, Steve Mackay’s band): electronics, music saw, harmonica, voce
Fabrizio Modonese Palumbo (Larsen, ( r ) ): chitarra, viola elettrica, voce
Julia Kent (Antony and The Johnsons): cello
Marco Milanesio (DsorDne): programming, basso, sound design
www.blindcavesalamander.com
www.myspace.com/proteidae

Fabiana Antonioli: visuals www.diecidecimi.tv

ingresso libero

Il concerto si terrà all’aperto in Foro Giulio Cesare. In caso di maltempo nella Sala dei Gessi della Società Operaia di Mutuo Soccorso, al civico 15 di Foro Giulio Cesare (secondo piano).

Alle ore 21.30 proiezione di SPECTRUM DIAMOND

Per il programma dettagliato di MITTELimmagini www.navel.fvg.it

proteo.jpgBLIND CAVE SALAMANDER
Completamente adattato all’oscurità eterna, il pesce umano si nasconde nelle profondità della terra lontano dal nostro sgaurdo inquisitorio. La pelle pallida non contiene pigmenti ed i suoi piccoli occhi sono visibili solo allo stadio fetale. In seguito si atropizzano e la pelle li ricopre. Lungo circa 25 cm, con una coda piatta e pinne di pelle per nuotare, ha l’aspetto di un serpente ed è per questo che il nome latino della sua specie è anguinus (anguis = snake).
Si puo anche muovere usando due paia di gambe, quelle frontali hanno tre dita e quelle posteriori due. L’intero corpo è sensibile alla luce dell’ambiente circostante. Respira in tre differenti modi.
Ha un eccellente senso dell’olfatto e probabilmente ha un senso specializzato per deboli correnti elettriche che parzialmente spiega il suo senso dell’orientamento nella totale oscurità delle caverne.
Su entambi i lati del corpo, dietro la testa, ha tre paia di branchie irrorate di sangue e quindi di brillante colore rosso. Inoltre è dotato di polmoni, e quando fuori dall’acqua può respirare attraverso la pelle, non dimentichiamoci che nelle caverne l’umidità prevale. Si nutre di piccoli animali, come gamberetti, anfibi e larve di insetti. Occasionalmente, sfruttando l’oscurità della notte, il pesce umano nuota verso l’uscita della caverna per cacciare piccoli animali di superficie. Il cannibalismo non è raro, ma ovviamente un adulto può solo attaccare esemplari giovani anche perchè il muso appuntito ed i denti piccoli non fanno di lui un eccellente predatore. Il Proteo è sempre stato oggetto di grande curiosità poichè può rimanere in cattività senza bisogno di alimentarsi per periodi estremamente lunghi. Fonti attendibili conferamte da diversi ricercatori documentano questa capacità di potersi non nutrire, il periodo più lungo fino ad ora osservato è stato di 12 anni. Sembra impossibile ma allo stesso tempo sappiamo che il metabolismo del Proteo è estremamente rallentato, raggiunge infatti la maturità sessuale all’età di 16/18 anni e può raggiungere l’età di 100. Un capitolo a parte nella storia della ricerca sul Proteo riguarda il mistero della sua riproduzione.
Sommozzatori si sono immersi per kilometri in fiumi e laghi sotterranei, hanno cercato sotto innumereveoli rocce, ma fino ad ora nessuno è risucito ad osservare dove e come la vita di questa misteriosa creatura cominci. Possiamo solo assumere che il Proteo si riproduca nei più profondi, quieti ed inaccessibili corsi d’acqua dell’altopiano carsico.

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